polo scolastico per le arti

recupero dell’area della ex caserma dei vigili del fuoco di foggia


Il progetto riguarda il “Polo scolastico per le arti”, un presidio scolastico culturale che costituisca anche un punto di aggregazione e socializzazione per la popolazione, da realizzare a Foggia nell’area della ex caserma dei Vigili del Fuoco. La struttura ospiterà l’Istituto d’Istruzione Superiore, con il Liceo Artistico, il Liceo Musicale e il Liceo Coreutico, oltre a un auditorium da mettere a disposizione della città.

La localizzazione dell’area risulta strategica rispetto all’obiettivo di promuovere un’alta qualità urbana e architettonica, capace di attivare una virtuosa rigenerazione urbana. È infatti collocata nella parte di città compatta che dal nucleo storico si proietta lungo la direttrice sud-orientale, asse forte dell’impianto territoriale, ed è raggiungibile anche a piedi dai quartieri settecenteschi. Inoltre si attesta direttamente sui circuiti ciclabili che innervano la città, e risulta baricentrica rispetto alle grandi attrezzature verdi e ad altre importanti polarità.

Per farne un luogo cospicuo il progetto lavora su due elementi: il disegno degli spazi aperti, in forte relazione con lo spazio pubblico urbano e in continuità con il suo sistema del verde; e la capacità dell’architettura di costituire un riferimento collettivo, pubblico e condiviso.

Per quanto riguarda gli spazi aperti, il progetto destina complessivamente oltre 3.300 m² a piazza e giardini direttamente accessibili dallo spazio urbano collettivo, al netto degli spazi aperti più specializzati per il polo scolastico e per i parcheggi. Piazza e giardini sono un “punto di accumulazione”, si rivolgono esplicitamente alla città e costituiscono il sistema di accesso a tutto il Polo delle Arti.

Contemporaneamente, il complesso architettonico viene coinvolto fisicamente ed è parte integrante delle stesse sistemazioni degli spazi aperti, dando luogo ad un sistema di volumi stereometrici, nitidi, in grado di esprimere con le loro grandi aperture l’accoglienza propria di un’attrezzatura pubblica. Questo carattere distintivo è ulteriormente rafforzato dalla presenza del “castello” per le esercitazioni dei Vigili del Fuoco, preservato ed enfatizzato nella sua funzione di segnale urbano. Le pareti della torre, rimodellate per la pratica dell’arrampicata, saranno l’occasione per una reinterpretazione ludica e policroma. Alla sua sommità un coronamento metallico funge da supporto per gli apparecchi illuminanti rivolti sulla piazza e i giardini, mentre alla base potranno essere ospitati macchinari e apparecchiature di controllo.

Il progetto traduce i principali obiettivi del concorso – innescare un processo di rigenerazione urbana e realizzare un luogo ibrido, aperto e flessibile – in un organismo complesso sia tipologicamente che formalmente.

Sul piano tipologico l’ibridazione funzionale e l’esigenza di moltiplicare le opportunità di interconnessione e scambio hanno portato a concepire un’articolazione nella quale si sommano, contaminandosi reciprocamente, due tipi storici fondamentali: quello a corte e quello del contenitore pubblico isolato.

Sul piano compositivo il ruolo urbano che l’intervento deve assolvere e, in ragione di questo, il peso che assumono gli spazi aperti, dà luogo alla scelta fortemente caratterizzante di fare della parte prevalente dell’edificio che si offre alla piazza di ingresso una costruzione pseudo-ipogeica, con i giardini che proseguono sino a diventare la copertura dell’auditorium. Il risultato è di estendere, ben oltre la mera possibilità aritmetica, la dimensione dello spazio di interscambio con la città e del verde, oltre che di ottenere anche un luogo deputato alle manifestazioni all’aperto.

Il linguaggio è razionale e contemporaneo. All’esterno volumi puri, grandi masse murarie e tagli vetrati. Ma la suggestione evocata – per una intrinseca austerità, il rigore e l’asciuttezza delle linee e la matericità delle superfici, che il progetto prevede siano rivestite in lastre di pietra di Trani – è quella delle architetture federiciane. All’interno della corte invece l’involucro murario lascia il posto alla trasparenza del vetro e alle schermature sottili delle pelli tecnologiche.

Per rispondere al programma funzionale, che richiedeva un complesso unitario nella concezione architettonica, ma ibrido negli usi e nella permeabilità dei flussi di interscambio tra le sue parti, il progetto dispone i tre macroambiti funzionali in sequenza, pur senza soluzione di continuità, lungo l’asse longitudinale del lotto, lasciando sulla testata rivolta verso il viale Ofanto la piazza di ingresso e i giardini dell’auditorium. I quali, diventando spazio per spettacoli all’aperto, proseguono in quota sino a collegarsi con la copertura dell’auditorium stesso.

In diretto rapporto con questi spazi aperti, che costituiscono lo snodo con il contesto urbano e le sue reti, nonché l’interscambio con la rete delle piste ciclabili che lambiscono l’area, sono i primi due macroambiti fortemente interconnessi: il Nucleo Centrale delle Arti, con l’auditorium, il foyer e gli spazi espositivi, e i Laboratori della Comunità, con gli spazi a disposizione della cittadinanza per attività formative o di incontro.

Il terzo macroambito della sequenza è il Polo Formativo Scolastico disposto intorno alla corte, la quale diviene il suo giardino riservato. Alcuni passaggi interni, che su ciascuno dei livelli possono essere chiusi in funzione delle diverse esigenze d’uso, consentono la permeabilità controllata con il Nucleo Centrale delle Arti e con i Laboratori della Comunità.

Gli spazi per l’archivio sono seminterrati, collocati al di sotto della platea dell’auditorium, e dispongono di un ingresso autonomo accessibile direttamente dai parcheggi, oltre al collegamento interno con il Nucleo Centrale delle Arti e con i Laboratori della Comunità.

 

Il progetto prevede l’uso di materiali e tecniche a bassa invasività e di elevata compatibilità ambientale ed efficienza energetica, nel pieno rispetto dei Criteri Ambientali Minimi. Il 70% della superficie dell’area è permeabile, e i circa 4.500 m² di sistemazione a verde svolgono una funzione bioclimatica riducendo il fenomeno dell’isola di calore.

Gli impianti tecnologici, dotati di sistemi di automazione (BACS) per il controllo, la regolazione e la gestione anche da remoto, comprendono anche il parco fotovoltaico, previsto sulla copertura piana dei corpi di fabbrica che definiscono la corte, per un totale di 785 m² di moduli corrispondenti a circa 157 kWp di potenza installata.

L’utilizzazione di generatori ad alta efficienza con componente FER, insieme alla presenza del fotovoltaico, della coibentazione spinta delle frontiere disperdenti opache e trasparenti, e con i sistemi passivi associati anche alla ventilazione meccanica controllata, potranno permettere di disporre di un edificio con un consumo inferiore del 20% rispetto al requisito NZEB.


Concorso in due fasi per la redazione del pfte

★ prima fase di concorso

 

Committente: Provincia di Foggia

Localizzazione: Foggia

Dati dimensionali:

superficie del lotto 6.900 m²
superficie di sedime 2.016 m²
superficie utile lorda 4.231 m²
volume totale 23.868 m³

Importo lavori: 8.370.000 €

Cronologia: 2023-2024

Progettazione generale: Salvatore Peluso, Roberta Milia, Roberto Lallai

Impiantistica ed efficienza energetica: Costantino Floris